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Visualizzazione dei post da ottobre, 2019

STEP #12 - I materiali della cosa

  Ingredienti dell'nciminato: - Acqua; - Olio; - Farina 0; - Lievito di birra; - Sale; - Zucchero; - Semi di finocchio. Il pane è un alimento presente nelle nostre tavole già dalla Preistoria. L’uomo a quell’epoca iniziava a coltivare i cereali, solo successivamente la farina venne unita all’acqua, formando semplicemente una miscela. Fu forse scoperto per caso che lasciando tale miscela vicino ad una fonte di calore, questa diventava un impasto omogeneo. Si pensa che il primo pane sia stato una focaccia fatta appunto con farina e acqua e cotta su dei sassi caldi. Esistono varie testimonianze che tale alimento fosse presente in diverse culture quali quella egizia, greca e romana. Gli egizi, che peraltro arricchirono l’impasto del pane con altri ingredienti come ad esempio latte, olio, formaggio, introdussero la tecnica della lievitazione; i romani utilizzavano la farina di farro, un tipo di farina di grano duro che si scoprì essere, proprio grazie a loro, una delle m

STEP #11 - La tassonomia della cosa

Il pane può essere preparato in svariati modi che dipendono dal tipo di farina utilizzata, dal tipo di impasto adottato, dalla forma data. In riferimento alla farina utilizzata, ne esistono differenti tipologie che si distinguono tra loro innanzitutto per il tipo di cereale da cui si ricava, come frumento, soia, segale, farro e aveva. Dal grado di raffinazione come farina 0, 00, 2, 1, integrale. La farina maggiormente utilizzata per preparare il pane è quella di grano tenero oppure integrale, con le quali si ottengono: Pane integrale Pane bianco Ulteriore classificazione può essere fatta con riguardo alla forma data e in particolare: Baguette Mafalda Pagnotta Scanato Treccia In base alla presenza del lievito si distingue in: Pane azimo Pane lievitato Inoltre, il pane può essere: Pane semplice Pane alla frutta secca Pane alle spezie Pane ai ciccioli Pane ai semi di lino Pane alle o

STEP #10 - I proverbi della cosa

Il pane è un alimento molto "umile" al quale si dona una grande valore morale. Modi di dire come "Buono come il  pane" oppure "Pezzo di pane" vogliono infatti equiparare la bontà d'animo di una persona a questo alimento. Molti dei proverbi di cui è protagonista mostrano questa carica morale. Un proverbio siciliano che ho sempre trovato molto affascinante è "cu mancia pani fa muddica", ovvero "chi mangia il pane lascia le molliche". Questo proverbio vuole fare intendere come una azione non possa mai non lasciare delle tracce. Un altro proverbio recita  "chi ha i denti non ha il pane e chi ha il pane non ha i denti", questo vuole lasciare intendere come a volte la vita sia ingiusta e dia le possibilità a chi non ne vuole usufruire e invece le privi a chi vorrebbe.

STEP #O9 - I nomi della cosa

Serradifalco ha coniato il termine “nciminato”, ma nelle zone limitrofe questa nostra specialità assume nomi diversi: nell’agrigentino e più precisamente a Naro si chiama “Muffuliettu”; nel palermitano “a muffuletta”; nel nisseno “u muffulittu”. Il nostro panino tondo è emigrato anche in America ed è chiamato “Muffoletta Sandwich”

STEP #08 - La cosa

La “cosa” che principalmente caratterizza Serradifalco sono gli “ 'nciminati ”, specialità tipica del paese e uno dei piatti più rappresentativi. Si presentano come dei pani tondi, morbidi, la cui particolarità risiede nella presenza di semi di finocchio all’interno. Questi possono essere preparati nelle maniere più disparte ma il tipico 'nciminato serradifalchese è quello salato, condito con "ugghiu virdi", "passiluna" , "sardi", "sali" e "pepe", rispettivamente olio freschissimo, olive nere tipiche delle colline centrali della sicilia, alici, sale e pepe. A Serradifalco è consuetudine consumarli durante la festività di San Martino e dell'Immacolata concezione, accompagnati dal vino nuovo fatto in casa nel periodo di settembre. Questi, unicamente per il giorno di tutti i santi, vengono realizzati con ricotta zuccherata e miele

STEP #06 - Il nome del luogo

Il nome di Serradifalco etimologicamente significa "catena montuosa del falco". Si pensa che sia stato attribuito al paese durante la dominazione spagnola e che derivi dalla parola "sierra", che significa "altopiano". Vi sono varie leggende popolari per cui si attribuisce a questo paese il nome di "altopiano del falco". La più comune narra che in un'altura poco distante il paese (in foto) avessero nidificato diversi falchi; altre raccontano che un falco sia andato oltre quella roccia senza ritorno; altre ancora che un falco ferito morì su questa rupe. Tuttavia è possibile ricondurre la figura del falco nuovamente alla dominazione spagnola poiché la caccia a questo animale era lo svago prediletto dai signori spagnoli. Con il tempo il nome divenne "Serradifalco".

STEP #05 - Il mito

mercoledì santo Una delle ricorrenze più famose è rappresentata dalla settimana santa, che assume, oltre ad un valore religioso, anche carattere folkloristico. La celebrazione inizia la domenica che precede la Pasqua, ossia la Domenica delle Palme, in cui, prima della celebrazione della messa, si riunisce un corteo “a lu Quatratu” per la benedizione dei ramoscelli di ulivo e delle palme e successivamente percorre le vie del paese arrivando fino alla Chiesa Madre. Segue il Mercoledì Santo con la rappresentazione dell’Ultima Cena e del Processo a Gesù; le persone del luogo si apprestano a recitare, nella piazza San Francesco. Il giovedì e il venerdì Santo sono i giorni che rappresentano il culmine della religiosità. Infatti, rispettivamente, durante il primo, dopo la celebrazione in chiesa della lavanda dei piedi,  inizia una processione in cui “li burgisi” portano il fercolo con la Madonna per visitare i sepolcri. In ciascuna chiesa c’è un sepolcro pieno di fiori e Maria vi entr

STEP #04 - Citazioni

Dai romanzi ambientati a Serradifalco ai racconti che narrano le vicende del paese, sono numerosi i libri che descrivono questo piccolo centro abitato. “Il paese di Serradifalco sorgeva sopra un colle a più di 500 metri sul livello del mare. Le sorgenti del Gallidoro, l’affluente del fiume Platani, scaturivano nelle vicinanze di quel colle; la campagna era intrisa di terra giallastra, come creta infarinata con polvere di zolfo; anche l’odore si sentiva dello zolfo. «Terra buona per vigneti!» diceva qualcuno.”  così scriveva Luciano Domanti nel suo romanzo “La luna di Serradifalco”, in cui il paese fa da sfondo, insieme a Firenze, alle vicende dei protagonisti. Altro scrittore, come anticipato nel post precedente, che dedicò un’intera collana, chiamata “Vita e Cultura di Serradifalco”, alla storia del paese fu Salvatore Galletti. Troviamo una descrizione di una zona del luogo risalente circa al 1800 e in particolare “lungo il decorso di due secoli, il taglio indiscriminato degli alb

STEP #03 - Un libro

“Serradifalco” è  un libro scritto da Giuseppe Testa, in occasione del 350° anniversario dell’Amministrazione comunale. Quest’ultima affidò allo scrittore l’importante compito di raccontare la storia del paese, di tramandare alle future generazioni il loro passato, le loro origini e le loro tradizioni in modo da capire meglio il loro presente. Dall’opera si evince che la prima volta che compare il nome di Serradifalco è per mano di Giovan Luca Barberi nei “Capibrevi”. Da sempre appartenente alla Contea di Caltanissetta, dopo varie dinastie susseguitesi alla guida del feudo, è con la famiglia dei Graffeo che si inizia a dare vita al nuovo paese. La licenza di popolare il feudo fu data il 6 dicembre 1640 e assunse il nome attuale Serradifalco. Da lì si diede vita ad un periodo di attività per popolare il paese ad opera della famiglia sopra citata. Dopo 35 anni di loro Signoria, la Baronia passa a Leonardo Lo Faso; fu sotto la sua guida che il paese ebbe il suo primo svil

STEP #02 - Le cose

Per oltre un secolo Serradifalco è stata la casa di molti operai della "Pirrera", una grande miniera di sale e zolfo che ha profondamente plasmato il carattere del piccolo borgo, costituendo la principale fonte di reddito per i serradifalchesi; cose che dunque lo contraddistinguono sono questi minerali. Ulteriore "cosa" per cui Serradifalco è famosa in tutta la Sicilia è l'omonimo liquore "l'Amaro delle Terre del falco". Nasce da una antica ricetta della famiglia Argento, produttrice del liquore. La stessa azienda familiare realizza numerosi prodotti gastronomici ma nessuno iconico come quest'ultimo. In occasione delle festività di San Martino e dell'Immacolata Concezione sono vengono realizzati gli '' 'nciminati ", tipico impasto locale, a base di farina di pane e semi di finocchio, condito con olio d'oliva appena prodotto e spezie.

STEP #01 - Il luogo

Serradifalco è un piccolo paese di circa 6000 abitanti della provincia di Caltanissetta, situato nella Sicilia centrale. Latitudine: 37°27′13″ N Longitudine: 13°52′49″ E Altitudine sul livello del mare: 489. Il Feudo di Serradifalco si trova iscritto sin dal XIV secolo nella Contea di Caltanissetta. Nel 1493 il primo conte, Giovanni Tommaso Moncada, lo vendette a Niccolò Barresi di Pietraperzia; in seguito si succedettero numerosi conti fino alla signoria dei Graffeo. Il 15 maggio 1652 il Feudo e il titolo di Barone di Serradifalco vennero venduti al palermitano Leonardo Lo Faso. Si deve a lui il vero e proprio sviluppo economico e demografico del comune di Serradifalco. Serradifalco è un centro agricolo e minerario della regione collinare tra il fiume Platani e il fiume Salso alle falde nordoccidentali della Serra Cusatino. L'abitato è posto sul ciglio di una cavità carsica, occupata dal temporaneo lago Soprano di Serradifalco, detto anche Lago Cuba, riserva natural